A ciò si aggiunga che Nicolino non ne ha neanche vinto il premio "rider dell'anno" nonostante, appunto, trick di un certo spessore e buoni piazzamenti nel circuito FIS. Nessuna polemica rispetto a chi, invece, è stato premiato, in quanto lo stile non si discute, però desta stupore la noncuranza con cui certi risultati vengono trattati e snobbati.
Ultimo, ma non da ultimo, la scarsità di sponsor che, malgrado tutto quanto sopra, aiutano uno come Nicolino a farsi spazio ed a sostenere le ingenti spese che uno sport come lo snowboard richiede. Nessuno pretende che una persona sia, da un punto di vista del marketing, uguale ad un altro, ma, di nuovo, lascia l'amaro in bocca che qualcuno a distanza di anni da quando ha smesso più o meno seriamente di girare, guadagni ancora, a scapito, forse, dei nuovi ragazzi che ne avrebbero più bisogno e che, magari ed all'oggi, se lo meriterebbero di più.
Inoltre non si può sempre dare addosso alla Nazionale italiana senza minimamente supportarla un po'. E' vero che in occasione delle Olimpiadi di Sochi 2014 siamo stati i primi a sottolineare la triste situazione tricolore, ma mai attaccando gli atleti, i quali, invece, si impegnano sempre al massimo, nonostante un pubblico assai scarso e lontano.
E quindi?! Beh anzitutto si potrebbe apprezzare ciò che si ha, anche perché se si denigra tutto ciò che è nostrano, non si va da nessuna parte. Semplice lamentarsi del basso livello di riding in Italia, se poi quando si può movimentare un po' le cose siamo addormentati ed ammiriamo il più scadente della concorrenza straniera. In secondo luogo svecchiare anche nel mondo dello snowboard un po' di quel tipico conversazionismo italiano che non giova all'intero movimento on board.